Escursione ad anello a Cima del Fò e al Monte Magnodeno partendo da Erve
Escursione che partendo da Erve ci permette di salire alla Cima del Fò a quota 1.327 per poi proseguire verso il monte Magnodeno a 1.241 metri.
L’itinerario è molto bello da un punto di vista paesaggistico.
Superato il primo tratto che ci costringerà a risalire un sentiero molto ripido e privo di punti interessanti, arriveremo su una cresta panoramica e per tutto il resto dell’escursione godremo di una splendida vista sul numerose montagne tra cui: Resegone, Corna Camozzera e Ocone, Grignetta, Grignone, Monte San Martino e Monte Barro.
Si tratta di un’escursione che richiede un impegno medio, il primo tratto è particolarmente duro poi una volta arrivati in cresta si procede con una pendenza lieve e anche il rientro sarà attraverso una discesa con pendenza moderata.
Non la consiglio alle famiglie in quanto il tratto che ci porterà da Cima del Fò al Magnodeno, pur non presentando passaggi impegnativi con catene, scorre spesso lungo un sentiero stretto sul fianco della montagna particolarmente ripida in alcuni tratti e richiede pertanto molta attenzione e una buona esperienza in montagna. Proprio per questo motivo eviterei questo tratto in presenza di neve.
Lungo il tragitto potremo rifornirci al rifugio Monzesi che tuttavia non è sempre aperto quindi informativi bene nel caso pensate di effettuare una sosta.
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Itinerario per Magnodeno e Cima del Fò
Consiglio di lasciare la macchina al parcheggio che si trova subito all’inizio del paese. Seguendo la via che attraversa Erve e costeggia il torrente, arriveremo si in altri parcheggi ma dovremo superare tratti di strada molto stretta che non permettono il passaggio contemporaneo di due vetture.
L’inizio del percorso avviene proprio in fondo al paese attraversando un ponte e seguendo la strada lungo il torrente fino ad arrivare all’agriturismo I due Camosci.
Da li prenderemo il ripido sentiero che sale sulla sinistra in direzione Pra’ di Rat.
Si prende quota rapidamente fino ad arrivare in cresta dove si apre un panorama meraviglioso.
Proseguiamo lungo il sentiero con alla sinistra il monte Magnodeno.
Mentre alla nostra destra la vista spazia sul Resegone e su Corna Camozzera.
Proseguiamo fino al rifugio Monzesi e a seguire arriviamo al Passo del Fò.
Se proseguissimo dritti arriveremmo ai Piani dei Resinelli. Saliamo invece alla Cima del Fò.
Dalla vetta si apre una bellissima vista verso il Pizzo d’Erna, la Grignetta, il Grignone e il monte Coltiglione.
Scendiamo lungo un percorso molto ripido che ci porterà ad incrociare il sentiero 24. Di seguito potete vedere il pendio da cui dovremo scendere.
Imbocchiamo il sentiero 24 che tagliando tutto il fianco della montagna ci accompagnerà fino al monte Magnodeno.
Attenzione in questo tratto perché il sentiero è stretto e a volte il fianco della montagna che costeggeremo è molto ripido.
Prima di arrivare in vetta usciremo in un bellissimo bosco di betulle.
La vetta del Monte Magnodeno
Per scendere dovremo effettuare dapprima un tratto in cresta molto panoramico.
Per poi entrare nel bosco e affrontare il tratto più noioso del percorso ma indispensabile per chiudere il cerchio e tronare al parcheggio.
Varianti al percorso
Variante 1 – Sentiero San Carlo
Giunti all’agriturismo i Due Camosci ho indicato nella guida di prendere il sentiero a sinistra. E’ presente un’alternativa a destra indicata come il sentiero San Carlo che vi permetterà di passare dall’omonima sorgente. Seguendo il torrente saliremo verso il rifugio Monzesi con un percorso leggermente più lungo, meno panoramico ma sicuramente meno faticoso in virtù di una pendenza meno ripida e più distribuita lungo tutto il percorso.
Variante 2 – Cresta della Giumenta
Giunti a Cima del Fò è possibile raggiungere il Monte Magnodeno oltre che per una traversata bassa come indicato nella guida anche attraverso una via che corre lungo la cresta detta della Giumenta particolarmente spettacolare e panoramica.
I cartelli indicano di utilizzare il set da ferrata ma tutti gli escursionisti con cui ho parlato sono concordi che può essere affrontato anche senza attrezzatura. Massima attenzione però a non sottovalutare il percorso teatro di un incidente mortale nel 2016.
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